venerdì 3 marzo 2017

Gli altri e le cose comuni, una famiglia più grande


Ognuno di noi fa parte di una comunità, che è come una famiglia più grande: bisogna rispettare gli altri e bisogna rispettare i luoghi che appartengono a tutti. “Gli altri” (di Susanna Mattiangeli e Cristina Sitja Rubio, “Topipittori, 2014) sono una folla di visi sconosciuti e conosciuti, amati o no, diversi e uguali a noi. Sono quelli che “guidano milioni di macchine, aprono milioni di buste, sbucciano milioni di mele.” E cosa fanno? “Fanno quello che fai tu, ma lo fanno in tanti. E lo fanno a modo loro, che è il modo degli altri". E' un insegnamento di base, fondamentale - a mio parere - sin da piccolissimi così che i piccolissimi, appunto, comincino a rendersi conti dei limiti invalicabili, della loro libertà che non è assoluta, del rispetto per il prossimo, simile o diverso da noi.


E non finisce qui: oltre agli altri esseri viventi - umani e animali - ai bambini va sottolineato che anche le cose in comune devono essere salvaguardate. Il parco è un bene di tutti: va utilizzato senza danneggiarlo o sporcarlo. Se rompi l’altalena, tu – e gli altri bambini – non potrete più dondolare. Se porti via tante margherite il prato sarà più brullo e meno colorato…per tutti! Edoardo anniusce, forse qualcosa arriva, spero io. Educare un bambino ai valori etici, significa prima di tutto individuare con lui ed enumerare questi valori. Quali? L'amicizia, ad esempio, la tolleranza, l'amore per la natura, il rispetto per chi è più lento, per chi ha un colore della pelle differente dal nostro, un credo religioso o un abbigliamento che a noi appare "strano". 


Più delle parole conta il buon esempio. Se vogliamo i nostri bimbi gentili e ricettivi con gli altri ma noi non lo siamo, i piccoli riceveranno segnali contrastanti. Se chiediamo loro di amare e preservare la natura, ma senza rendercene conto gettiamo carte e spazzatura per terra, non dovremo stupirci se faranno altrettanto. Allo stesso modo, i comportamenti privi di valori etici dovranno essere segnalati e stigmatizzati. Se vediamo un muro massacrato da scritte varie oppure notiamo rifiuti sparsi tristemente nell’aiuola, dovremo sottolineare che questo non va bene, perché non è civile e non rispetta i beni comuni. 

Secondo il filosofo Seneca: “L’educazione richiede grandissima cura: solo in questo modo potrà dar molti frutti” (De Ira). Insomma, l’educazione ci ricorda che esistono anche gli altri e ci fa apprezzare meglio la libertà individuale. Non è semplice, certo, ma bisogna provare. Insegnare ai piccoli cittadini di domani le regole del corretto vivere sociale è prezioso. Cosa ne pensate?

Con questo post partecipo all'appuntamento con il Venerdì del Libro di Paola.

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