lunedì 2 ottobre 2017

Alta pressione!


Ha negato. Cambiando versioni. In modo buffo e scopertamente ingenuo. Il piccolo di casa ha contrapposto dei no categorici alla richiesta: "Hai fatto cadere questo apparecchietto della nonna?!". "Nooo mamma...non sono stato io....". Fatto sta che due minuti due di distrazione sono stati sufficienti, a me e alla nonna appunto, per ritrovarcelo con la custodia aperta, il bracciale in una mano, il misuratore automatico della pressione arteriosa nell'altra. Da quel momento niente è stato come prima: il bracciale si gonfiava all'infinito fino a stritolare il braccio, il monitor segnava valori improbabili, più alti e poi più bassi, quasi ansimando per poi arrendersi sfinito e segnalare un enigmatico "Error". Soste in negozi di sanitari, c'è chi ha tentato anche un'operazione "a cuore aperto" per decretare -allargando le braccia - che non avendo un certo connettore (leggi: pezzettino di plastica di un centimetro) non era possibile ripararlo. E allora? Mannaggia a te e alle tue sante manucce che tutto toccano, ispezionano, sezionano e rompono! Se ne cerca uno nuovo! Già, ma quale? Dopo alcune ricognizioni, la scelta è caduta su un nome: Omron



Simile, molto simile - quanto a estetica e compattezza - al precedente misuratore automatico digitale, così che la nonna - poco incline ai mutamenti, ancorchè migliorativi - non sobbalzi troppo per la novità. Un nome una garanzia: i migliori apparecchi - utilizzati anche negli studi medici, vista l'accuratezza delle rilevazioni - portano questo marchio. Semplice da utilizzare, intuitivo quanto alle poche operazioni da effettuare (indossare il bracciale, accendere e attendere il risultato sul display), rileva anche battiti irregolari, ha 60 memorie per utente, avvisa in caso di movimento che non consenta una misurazione precisa e ha un nuovo bracciale con tecnologia "intelliwrap". Insomma, un'ottima scelta - con garanzia di 3 anni - che ha mandato in soffitta il vecchio apparecchio e ha restituito alla nonna la possibilità di controllarsi in tutta comodità. Certo, non ho trascurato di sottolineare al pargolo-mini teppista che le cose dei grandi non si toccano, tantomeno si rompono! L'ha voluto fotografare con la sua "potocamera", è vero, tra personaggi Disney e piste per macchinine...ma questa volta c'era la mia supervisione!

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